Da Fukushima in poi il potere si limita ad osservare le catastrofi, senza in realtà intervenire, confermando anche troppo quanto avevano intuito le sociologie del rischio degli anni Ottanta e Novanta. Ma se il potere non agisce, e i sociologi del rischio possono chiudere bottega, anche l’ambientalismo radicale americano sembra paralizzato nella stessa impotenza. L’apocalittica del postumano, la Dark Ecology alla Timothy Morton sembra precludere l’impegno politico e finisce per celebrare malinconicamente il funerale del pianeta o perlomeno la scomparsa dell’umanità. Prendendo le mosse dai suggerimenti di Bruno Latour si cercherà nella relazione che qui si propone di rovesciare e di demistificare l’apocalittismo contemporaneo, a favore di un nuovo e radicale engagement, pensando a quel che è ancora possibile fare.
Agostino Petrillo è Professore Associato di Sociologia dell’ambiente e del territorio al Politecnico di Milano. Ha diretto master internazionali e corsi di perfezionamento. È direttore della collana di studi urbani “Eliopoli” per le Edizioni Tecnico Scientifiche di Pisa. È membro di numerosi comitati scientifici e di redazione delle riviste del settore. È presidente del comitato scientifico della AFET-Aquilone, Onlus attiva in Liguria sul fronte della emarginazione. Si interessa di migrazioni, città, povertà e periferie. Tra i suoi ultimi lavori, La periferia nuova. Disuguaglianze, spazio, città, FrancoAngeli, Milano 2018.