Incontro a cura di FABIO BENINCASA
Ogni vivente produce scarti, materiali che restano ai margini, residui inutilizzati del suo metabolismo naturale o culturale. Il nostro tempo è il tempo in cui quel vivente che noi siamo si trova a non poter più abbandonare gli scarti a loro stessi. Noi ci troviamo di fronte al fatto che il residuo del vivente è a sua volta vivente, a volte più vivente di chi l’ha prodotto. Ma dover fare qualcosa con quel quasi nulla che è il margine, questo è quanto mai paradossale. Esige una profonda revisione di un’intera cultura e di un intero modo di pensare la natura. Dover fare qualcosa col quasi nulla, senza fare di quel quasi nulla un qualcosa (e cioè senza replicare il problema iniziale in maniera cancerosa): non è questa la formula generale di quel tempo enigmatico che è l’antropocene?
Federico Leoni insegna Antropologia filosofica presso l’Università di Verona